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Storia

Il karate-dō (空手道 via della mano vuota), anche noto semplicemente come karate, è un'arte marziale originaria dell'isola di Okinawa, nel Regno delle Ryūkyū, le cui isole nel 1879 vennero annesse al Giappone con il nome di "Prefettura di Okinawa". Venne sviluppato dall'unione tra i metodi di combattimento indigeni, chiamati te (手 lett. "mano"), e il quanfa cinese a seguito degli stretti contatti culturali e commerciali tra gli abitanti dell'arcipelago e i navigatori cinesi.

Nel corso del diciottesimo secolo ci si riferiva a tale arte marziale con il nome di tōde o tō-te (唐手 mano cinese), ma con il passare del tempo si è privilegiato il nome karate, dato da una differente lettura del kanji '唐'.

Negli anni '30 del novecento, a causa del crescente militarismo giapponese, il primo carattere venne sostituito con '空', mantenendo così la lettura karate ma assumendo un nuovo significato, ovvero sia che i nipponici avevano sviluppato una forma di combattimento originale, sia che si trattava di un metodo di combattimento a mani nude. Secondo Gichin Funakoshi, l'aggiunta del carattere dō (道 lett. "via") si deve far risalire al 1929/1930, anni nei quali i membri del club di karate dell'Università Keio decisero di cambiare nuovamente il nome per differenziarlo dalle arti cinesi.

La diffusione del karate al di fuori dell'isola di Okinawa iniziò nel 1922, quando il Ministero dell'Educazione Giapponese invitò Gichin Funakoshi a Tokyo per una dimostrazione di karate, la National Athletic Exhibition, e successivamente nel 1924 l'Università Keio istituì in Giappone il primo club universitario di karate, al punto che nel 1932 tutti i maggiori atenei nipponici avevano il proprio circolo. Dopo la seconda guerra mondiale Okinawa divenne un importante sito militare statunitense, e il karate divenne popolare tra i soldati stanziati sulle isole.

Questa arte marziale prevede soprattutto il combattimento a mani nude, senza l'ausilio di armi, anche se la pratica del kobudō di Okinawa, che prevede l'uso delle armi tradizionali (Bo, Tonfa, Sai, Nunchaku, Kama), è strettamente collegata alla pratica del karate, e alcune scuole e stili integrano la pratica del karate con lo studio delle armi. Attualmente viene praticato nel mondo in due differenti versioni, quella sportiva (nella quale è privato della sua componente marziale e finalizzato ai risultati competitivi tipici dell'agonismo occidentale) e quella tradizionale più legata ai precetti originali e alla difesa personale. In passato era studiato e praticato solo da uomini, ma con il passare degli anni anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina.


Il Karate va tenuto vivo col fuoco dell’anima; è come l’acqua calda, necessita di calore costante o tornerà acqua fredda.


Lo scopo ultimo del Karate non risiede nella vittoria o nella sconfitta, ma nella perfezione del carattere dei suoi praticanti.


Come l’arco, il praticante di karate deve usare contrazione, espansione, velocità e al tempo stesso rilassamento, concentrazione, lentezza.

Meet our dedicated Staff

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Ernesto Marchioni

Founder

Maestro 

Fondatore del settore Karate del gruppo sportivo Fiamme Gialle.

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Giorgia Marchioni

Coach

Istruttore - 3° Dan

Responsabile del settore giovanile CSEN Regione Lazio

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